Il 27 gennaio 1916 Guglielmo da Strigno scrive a Giulio che si trova a Valdastico
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Cartolina di Emo a Giulio del 27 gennaio 16

crono 38

doc. 27.1.16 n.e4

Mio caro Fratello
Strigno 27.1.1916
Rispondo alla tua ricevuta da giorni fa intesi di tua buona salute, come pure lo è di me Ti dirò un po di nostri affari Sappi che il giorno 20 ho ricevuto (ho ricevuto)una lettera da mia moglie, ed essa mi diceva della pocha affabità che usa il Fratello Giovanni con le nostre spose, e contemporaneamente anche i nostri teneri figli. Lo sai che l'altro giorno ti ho scritto una lettera dicendoti delle nostre rovescie faccende di casa, poi tanto io come tu abbiamo tralasciato col dire che abbiamo d'altro da (parlare) pensare, del moto odierno cioè di guerra.
Ma ora io sento la coscienza che mi rimprovera come pure mia moglie mi chiama al ordine sempre sai lecitamente, e mi dice che durante la mia licenza io dovevo ricomporre le nostre due piccole famiglie per nostro conto.
Io sai aveva anche parlato col fratello Giovanni, di pensare ognuno per proprio conto, senti le nostre donne avevamo detto che poteva tenersi la privativa e poi con cuel po di sussidio che ci bastasse a vivere, prima eravamo d'accordo così col Giovanni, poi due giorni avanti ch’ io partissi mi trovò fuori la scusa del fratello Cornelio e mi diceva che non ha niente e come farà vivere, ma io che le posso fare io eppure tu al Cornelio fino a tanto si troveremo in tal condizioni.
Sai che mia Moglie mi scrisse e mi disse che il Giovanni vuole affittare la nuova casa con la privativa, ed io subito ciò risposto ed unito a mia anche tua moglie recisivamente di no che non può affittare ne la casa e ne la rivendita, anzi gli suggiunsi che lore due se la facciano per conto proprio e si tenga la privativa e se possono anche cualche cosa d'altro. Che te pare tu? Gli ho datto tutti i schiarimenti possibili e per l'inpianto di Denaro se la faccia inprestarre da suoi genitori fintanto hanno fatto il primo giorno.
Le nostre spose adesso sperano nella tua licenza di poter conchiudere cualche cosa. Io credo di avermi spiegato bene tanto con te come con esse. Perché capisci bisogna anche noi che pensiamo che abbiamo gestato una famiglia e del nostro sangue siamo noi i responsabili perché credi abbiamo dei fratelli che non sono altro che capaci di lasciar andare tutto alla rovina
attendo con sullecitudine una pronta risposta
Bacciandoti caramente tuo Guglielmo
[nel margine]
Quando scrivi a casa gli dirai anche tu il tuo parere, di nuovo tuo Emo.

 

Note:

Problemi di famiglia: le mogli di Giulio e Emo, fra di loro sorelle, vogliono essere indipendenti da Giovanni e cominciano le questioni sulla spartizione dei beni. A chi deve andare le "privativa" (la rivendita di sale e tabacchi, i monopoli di Stato), a chi la casa nuova? (L'albergo-osteria in centro?).
I due fratelli non vorrebbero occuparsene, hanno altri pensieri.
E come fare con Cornelio, il gran lavoratore al quale non resterebbe niente e che ancora non è stato richiamato alle armi e la cui moglie quindi non percepisce il sussidio?
A risolvere il problema della privativa e della casa di Foza ci penserà la Stafe-Expedition che si sta preparando.
Sembrerebbe, da questa lettera che ad accendere il conflitto sia stata Angela, seguita dalla sorella Maria.

Curiosità: Il primo nipote di Giulio, anche lui Giulio, è nato esattamente (solo) 30 anni dopo. Eppure il tempo di Giulio, Emo e Maria pare a noi il medioevo.Curiosità: Il nipote di Giulio, anche lui Giulio, è nato esattamente (solo) 30 anni dopo. Eppure il tempo di Giulio, Emo e Maria pare a noi il medioevo.