Il 13 aprile 1916 Guglielmo dal fronte scrive a Giulio che si trova a Valdastico
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Lettera di Emo a Giulio del 13 aprile 16

crono 52

doc. 13.4.16 n.e6

Mio adorato fratello
Dal Fronte 13.4.1916
Col cuore dolente devo dirti che mai ricevo tue notizie, ma tuttavia non atribuisco che la causa sia tua, parecchie volte ti scrissi ma invano, come ti diceva nelle altre mie dopo che sono tornato al fronte dal Piemonte sono stato a casa due giorni e li ho trovati tutti in buona salute e da casa pure ti scrissi per viaggio ti mandai pure delle cartoline le hai ricevute? Mi perdonerai se ti spedisco questa mia [senza] affrancare motivo che qui non si trova niente altro che neve, siamo a metri 2400 dunque vedi bene però ringraziando l'infinita bontà di nostro Signore godo buona salute come di cuore auguro sarà di te, mi farai grato favore di scrivermi una assicurata se pur lo puoi e dentro mi metterai alquanti francobolli che allora sarà più facile le Riceverai, non mai dimenticarmi nelle tue preci e veddrai ch'io pure ti sarò compiacente col riccambiarti ch'io non mai mi scordo di quella B.Vergine che col suo potente aiuto sempre ci soccorerà.
Da casa pure non ho mai ricevuto nessuna nuova e sto sempre in attesa
Se tu hai notizia di loro scrivimi ed informami.
Di tutto cuore Auguro ogni bene e baccianti caramente tuo fratello
Guglielmo.
Il mio indirizzo è sempre il medesimo che di nuovo te lo do
C.G. 6° Alpini 262 Compagnia
Batt. Val Brenta
Zona di Guerra
Di nuovo tuo Emo

Note:
La cartolina del 29 marzo da Bardonecchia (n.49) ci dice che Emo è in viaggio per il fronte che avrebbe raggiunto il 30. In questa lettera egli ci dice che è stato a casa prima di andare al fronte e che si trova a 2400 metri di quota in mezzo al nulla: circondato solo da neve. In quel periodo il Battaglione di Emo, appartenente al famoso Sesto Reggimento Alpini, combatteva in trincea nella zona di Forcella Magna e Cima d'Asta sul versante Nord della Valsugana. Traspare una certa angoscia in Emo sia per la sua situazione, sia per il sentirsi isolato dai suoi cari.
Tutti si lamentano che non ricevono posta; il servizio deve essere stato carente, ma ricordiamo che viaggiavano anche 2 milioni di lettere e cartoline ogni giorno.
In alta montagna, dov'è Emo non si trovano nemmeno i francobolli ed Emo è costretto a mandare questa lettera senza affrancarla e a chiedere al fratello di mandargli dei francobolli.