Il 9 settembre 1916 Cornelio che si trova a Lecco scrive a Giulio ad Erbezzo
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Lettera di Cornelio del 9 agosto  16  

crono 113

doc. 09.8.16

Lecco li 9 agosto 16

Carissimo Fratello

Rispondo alla tua che a me tanto cara in tesi cosi pure il tuto Caro mio frattello io a quanto tu mi dicevi che mi spedirai qual che cosa io caro mio frattello io sono per ringraziarti antisimente del tuo buon quore Cosi pure io ti diro caro frattello che dopo qui i gli scrissi unaltra volta al fratello giovanni ma neppure vidi nula almeno una cartolina semplice dirmi come che sta ma nulla in porta io non ci scrivo piu ma caro frattello cosi non si opera che ti pare tu tu mi dissi che tua moglie mi saluta quando mi scriverai mandami il suo in dirizo che potro mandargle qual che cartolina senti caro frattello io o gia scritto al nostro buon zio sebastiano che col mezo suo io potro portarmi al ospidale militare di padova che io lo o gia in caricato che lui si portasse a padova che lui parlasse con un direttore di ospitale che quello diretore fa la dimanda a questo direttore e allora se a padova ce pure il posto per me e allora il direttore di la chiede il soldato Cristiani e allora caro frattello potro avere un po di licenza ma fino ora non so nula perche non o avuto la risposta se capita per partire allora ti scrivo subito senpre che questa dimanda mi viene concessa io ora sto asspettando cosi pure in tesi l’indirizo del nostro frattello emo fra giorni gli scrivero anche lui che stara tuti i giorni asspetando mie notizie lui poverino mi scrissi una lettera che mi a detto che seio mi ocore qualche cosa lui me spedira e in vece io non o piu scritto perche mi sono amalato subito ma tuta via vuol dire che gli scrivero anche a lui ora che ti scrivo sto benino io caro frattello in certo modo io mi pare che ti avessi chiesto a te col modo mio di scriverti ma tua via o voluto fartelo sapere perbene che il frattello giovanni ma tuta via ci vuol pasienza che tenepare tu io vado pensando tuti i giorni come che fara mia moglie senza nulla altro che col puro susidio di 1:80 al giorno tuto in grazia sua ma il Buondio che è bonta infinita agiutera tuti cosi pure mi agiutera anche me cosi pure caro mio frattello io ti saluto caramenmte e mandoti mille baci e sono per sempre il tuo frattello Cornelio
Ciao scrivimi

[nel margine]

Cosi se lariesse giro gli ospitali che ne dici tu

Note:
Cornelio è il fratello quarantenne, richiamato alle armi come alpino a guerra iniziata. Data l'età non è stato mandato in prima linea ma è stato impiegato come conducente; abbiamo visto che era "dietro a un cavallo". Si è ammalato quasi subito. Ora è ricoverato a Lecco e vorrebbe avvicinarsi alla famiglia. Lo zio Sebastiano Quaglia, marito di una sorella di Giuditta Righetto abitava nei dintorni di Padova e deve essere stato di una certa influenza. I figli erano alle armi come ufficiali.
Cornelio aveva sempre lavorato nei campi o nell'osteria della famiglia e per ogni bisogno doveva rivolgersi al capofamiglia, Giovanni. Ora ha bisogno, ma Giovanni non gli manda dei soldi e nemmeno gli scrive... 
La moglie Anna ha litigato con Giovanni perché voleva tenersi il sussidio, invece che metterlo in comune come voleva il cognato visto che vivevano assieme ad Arino, e così ora deve arrangiarsi a mantenere se stessa e i tre figli col solo sussidio di una lira e ottanta al giorno.