Il 26 febbraio 1917 Giovanni
da Enego scrive a Giulio a Torre Canne successiva precedente successiva dello scrivente precedente dello scrivente in risposta a le risponde |
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Note:
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crono 148 doc. 170226gi Carissimo fratello Ieri ricevetti tua lettera e con mio piacere sentivo della tua in quanto buona salute come lo è di me e famiglia. Intesi tuo dire però intuisti non bene quello ch'io ti scrissi e mi pare averti scritto chiaro. Pella tua domanda non hai fatto niente di male avvicinarti alla famiglia affinfine tutti l'abbiamo cara, io intendeva che non fossi soggetto alla febbri di malaria e per questo ti diedi un consiglio, a costì potevi rimanervi. Ripeto se l' hai prodotta niente di male, sei lontano è vero e meglio se puoi ottenere essere quì vicino, e mi sarà sempre grato il rivedere tue nuove che se qui vicino ti mandano subito non esiterei venirti trovare. Nella mia ultima pure hai inteso male, perchè benissimo io non posso più inanzi eseguire pagamenti, che solo quelli che in nome di tutti non potrò pure fare a meno, perchè mi mancano i mezzi, vedi avrò dopo la mia spesa mensile un avanzo di una 40a di Lire e finora tutte esborsate per pagamento interessi e qualche piccolo sconto su vari istituti nel nome di tutti, qui la spesa è eccessivamente cara che a malapena nove Lire al giorno non arrivo per me, ma con grande economia. Ti dissi appunto perché non intendo che le vostre mogli se volevano venire per più economia ad Arino potevano venir subito il medesimo diritto l' hanno anche loro e potevano economizzare il fatto che se qualcosa si avanzava certo con più facilità si faceva fronte agli impegni. Il gran danno di tutta la famiglia fu appunto pel poco buon accordo, sempre stato e questo fu il primo disagio degli interessi e di tutto ora ne sono io la causa, non ne parliamo più e ciò come non detto. Ti dissi solo della spesa oggi sostenuta in nome collettivo, perché appunto io non intesi commemorarti perché ti spedii pe tuoi bisogni i due vaglia e di questi non devi per niente affatto nominare, anzi mi faresti sempre dispiacere che se ti trovassi in bisogno non dirmelo che quanto posso lo farò ancora oggi e sempre. Solo mi è dispiaciuto che intesi che ti cambiasse parole col pagamento fatto del fieno a una Chiomento in luogo di altre. Essa è viva e sana e al vostro ritorno ve la chiamerò in testimonianza pella pura verità, che da quest' ultima ebbi il denaro a prestito all'inizio dei lavori della casa ed era 2 anni ch' essa aveva il credito, ad ogni buon fine la causa di tutti i mali certo tel dissi ancora e lo sai meglio di me, ma per completare l' opera quel buon galantuomo che c'intendiamomo à vomitato su di me tutto il suo veleno che non so quanto di peggio ha su di me inveito, a seria mia resistenza coll' aiuto di Dio ho sopportato tutti gli insulti e le calunnie. Lasciamolo in pace; ci tornerò a Foza precariamente non me nè curerò come per me non esistesse, vi resterò tanto da stabilirci coi più doverosi interessi tra noi e poi dovrò procurarmi altrove un pane. Siccome ho già posto mano per ottenere una posizione che coll' aiuto di Dio spero riuscirvi e perciò rimarrebbe vacante il mio posto lassù, dunque scrivo a te, che dovevo in merito parlarne a Emo, a te ed è indispensabile sentire tua idea perchè sappia anch' io contenermi, acciò poi non vi sieno lagnanze. Riuscendomi ora quello che sto per occuparmi, certo rimarrà lassù vacante, ma però ho pieno diritto della mia sostituzione in persona di uno di famiglia, quindi con l' aiuto della Divina Providenza io spero e confido assai la vostra buona preservazione ed il ritorno in famiglia (che quanto ben volentieri ti vado più volte ascoltarti una S. Messa per te e per tutti) in tal combinazione ch' io non esiterò di accettare e dovrei pertanto dispensarmi dal servizio l'offro a te e mi riserberei nel contratto ch'io farò di avere due tre mesi di libertà per darti istruzione completa per servizio che è ben giusto conservare. Che ne dici sarebbero circa 69 Lire mensili che certo verrebbero buone. Io certo mi impegnerei darti tutta l' istruzione fino a tanto che verresti effetivamente nominato. Di questo dammi risposta; per apprendere ci penserò io e sono sicuro che in pochi mesi lo fai. Ripeto per mia regola dammi risposta, perchè se non lo intendi ne tu ne Emo di approfitare io certo accollato il nuovo servizio a tempo debito dovrei dare le mie dimissioni. Quindi queste saranno per ultimo che dovrò fare ma è ben giusto sentir da voi se o meno accettate. Del pari a suo tempo scriverò a Emo. Dirai tu ora non è di trattare perchè se prima non ritorniamo nulla si può dire. Ma io è ben giusto che lo sappia per mia regola. |
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