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crono 273
doc. 12.7.18 n.5
Venezia li 12-7-1918
Cara Moglie
Finalmente Dopo si lungo mio attendere ieri ricevetti tua lettera e con mio piacere sentii di tua buona salute, Dunque ora avete molto lavoro se io potevo avere licenza estiva in questi giorni pottevo benissimo aiutarvi, cosi vuoldire che verrò impermesso entro il mese osia quando verrà Emo che facilmente coi ultimi del c. mese sarà facile otterrà in caso contrario io gli spiegai come dovrà fare per farmi venire anch'io in quei giorni a tutto peggio verrette giù voialtri se non potremo incontrarsi a costì. ieri ricevetti da Emo anche lui mi disse che se n’è ha preocupato in merito al sussidio cui feci scrivere pe mezzo d’e suoi S. Superiori, lo stesso ho fatto io con la Speranza o da una, o dall'altra parte otteremo nostro intento fatto è che le condesioni di famiglia non permette di tirare più oltre senza del soccorsi neccessario ti sembra? per’ora sarà tutto inutile che andate dal Segretario di Dolo lui stesso vi avertirà quando sarà suo tempo intanto vediamo cosa respondono con questi reclami fatti
mi era consigliato di rivolgersi al comitato Profughi di Bologna che sarebbe proprio alla Direzione. cosi se non vedo che mi risponde a favore farò anche quella pratica però ti dico che io ho dovuto reclamare soltanto per te non potendo reclamare per parenti, col mezzo dei miei S. Superiori solo per i genitori ho moglie ho figli se poi reclamo per io Direttamente allora si può far come si vuol hai capito come l'è?
con la speranza che prenda inconsiderazione le condisioni in qui si troviamo, non sarà poi contrarie per noi.
entro il mese se non verrò in permesso quando verrà Emo mi verrete a trovare qui ma meglio sarebbe che venissi io quando verrò ti lascerò un po' di denaro e se ne avrai bisogno te li spedirò quanto prima
Sempre ti ricordo non passa istante che non ti abbia presente specie al giorno che mi vedo qui disocupato vado dicendo se vicino a casa fosse a Bracciare i miei più cari cioè la mia amata sposa ed il mio inseparabile grazioso Rino di che sovente lo guardo lo Baccio ripetutamente in quella semplice cartolina, con tutta speranza che mi succederà come l'ultima volta non esiggo niente da nessuno solo da te quel certo conforto che e indispensabile per un essere che intende di amare colei lo ama sinceramente e per darti prova del mio affetto remira il Passato
Un Baccione dal tuo amato Giulio
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Note:
Finalmente Maria
ha scritto. Non
lo ha fatto
prima perché in
campagna hanno
molto da fare in
quel periodo. E'
il periodo del
raccolto del
frumento. Giulio
sarebbe stato
ben contento di
aiutarle se gli
avessero dato la
licenza estiva
che era
consuetudine
dare ai
contadini
proprio per
quello scopo.
Intanto
continuano le
azioni per far
avere ad Arino
il sussidio e
gli arretrati
che avevano
ricevuto fino a
Cittadella. Le
domande agli
uffici
competenti si
moltiplicano.
Non sarà che ci
fosse un
problema perché
infine abitavano
in casa loro? La
casa di Arino
era di loro
proprietà, come
fosse una
seconda casa. E
la campagna
qualche cosa
offriva loro;
per quanto si
lamentino, le
loro condizioni
non erano
proprio come
quelle di chi
era sbattuto
lontano da casa,
costretto a
pagarsi un
affitto e senza
più reddito in
quanto lontano
dai campi,
magari occupati
del nemico. La
speranza è
sempre quella di
ritrovare a casa
anche il
fratello, per
rivivere un po'
di normalità
dopo quasi tre
anni e mezzo di
guerra. Sente
forte la
nostalgia di
casa, Giulio, ma
anche ricorda
quanto è stato
male l'ultima
volta che è
andato ad Arino
quando tutte lo
hanno
aggredito...
(n.264).
Vorrebbe
chiedere
rassicurazioni a
Maria di non
fargli subire lo
stesso
trattamento, ma
il discorso si
ingarbuglia, le
frasi gli
vengono storte e
infine lascia a
Maria il compito
di valutare come
lui si sia
comportato in
passato e quanto
abbia dimostrato
il suo amore
verso di lei.
Da notare la
cura che usa
nello scrivere
"Venezia", la
data e le prime
parole, in
particolare la C
di Cara dove la
penna fa ben tre
giri prima di
scendere a
completare la
parte bassa
della lettera.
Ci dice con
quale stato
d'animo di
concentrazione e
quasi intimità
Giulio si
accingesse a
scrivere alla
moglie.
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