Il 26 luglio 1916 Giulio che si trova a Erbezzo scrive a Maria a Sant'Eulalia
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Lettera di Giulio del 26 luglio  16

crono 92

doc. 26.7.16 n.13

Sulla busta: t.p.: 27.7.16 ?? Attendenza Armata

Alla Signora Cristiani Maria
Presso Fuga Rosso
(Treviso) Borso S. Ilaria

Sul retro: t.p. 30/07/16 Borso

Spedisce Cristiani Giulio
Conducente Erbezzo Verona

Erbezzo li 26.7.16
Carissima moglie,
in questo momento ricevo la tua in data del 22 corr. e con piacere apresi di tua buona salute e del nostro caro Rino e tutti. Sulla tua mi dici che il tuo Papà ora si trova Foza a fare il fieno allora non e più come si crede. Senti Maria col mezzo di tuo Papà non Potresti far trasportare la rimanente di roba almeno fino a Carpene e colà consegnarla a qualche famiglia Pierota? Possibilmente, piuttosto che perdere ogni cosa ti sembra? Sai dove potresti nascondere un po' di roba su quel sotterraneo che cè in cantina, non ti ricordi? Costruito da me, e poi coprire con sassi come stava, certo nessuno se ne accorgeva. In ogni modo pazienza. Senti, dimmi cosa e rimasto d'importante, tutta la Mobiglia della camera immagino e gli attrezzi di casa tutti, e la Bicicletta e rimasta, le rivoltelle le avrai con te immagino. Poveri disgraziati noi che mai Pensava a ciò a dover incontrare simili avenimenti.
Ti faccio tante domande certo ti confondi ma cosi vuoi Maria Perdonami e con tua comodità mi spiegherai ogni cosa. Credo pure che mi accontenterai unica mia sodisfazione quando ricevo tuoi scritti e cosi pure del mio sincero Fratello Guglielmo. Già tu ben lo sai che noi ci Amiamo da veri Fratelli e ciò avrai conosciuto anche te; anzi ti dirò che se avremo noi la bella grazia di ritornare un giorno in vostra cara compagnia sapremo noi bene apianare nostre faccende e cosi di certo ne traremo Profitto, nulla ci sembrerà imposibile. Dispegneremo cautamente nostri Doveri e certo non più lavativi fra noi ossia dire cociuti che non intende altro che a modo suo e non poveracci sempre prestaramo [?] fiducia fino all'ultimo estremo che ci convinse [?] a modo ma però non sarà ancora detta l`ultima Parola; a sua volta liquideremo ogni cosa in regola per’ora intanto abbiamo altre cose da Disipegnare molto più importante, ti sembra?
Sarebbe appunto la cuestione di potere scapolare la vita intanto, vale a dire se il Destino non sarà cosi crudele ci restituirà un giorno incolumi.

Ancora sto pensando ciò che avevi ideato di venirmi trovare. Bella pensata, ma assai fidicoltosa [
difficoltosa], e vero? Si capisce che non ti sie ancora dicisa; io cara Sposa ti compatisco stante la tua poca abilità su simili cose e di certo amunita di timidezza come sei tu certo si presenta le tante difficoltà. Credo pure che la tua bontà saprà perdonarmi se mi permetto a dirti cosi; più ti dirò che quando scrivi mi chiarisi bene il tuo dire anzi qui nella tua non fui capace di rilevare certe parole un po imbrogliate. Dunque ti Prego sai Maria; credo pure non te ne avrai a male di ciò.
Spiacentissimo a dirti che in questi giorni anzi che ricevere mie competenze come G. F. mi viene manifestato che dovrò io pagare la spesa di un mese essendo io agregato e non effetivo; cioè sarebbe da pagare L.49, ma però ti dirò prima mi informo meglio, in ogni modo vedremo come andrà finire. A riguardo a ciò che ti dissi che devo rientrare in compagnia non seppi più nessuna nuova; speriamo che si siano dimenticati. E poi ti dirò sarà tutto ciò che Iddio vuole; io dico sempre cosi: sia fatta la sua volontà.
L'altro ieri mi successe un fatto: essendo giorno di Domenica io tornavo dal mio lavoro e in lontananza vedi una sposa sulla tua statura con un bimbo fra le braccia. Più mi avicinavo Più mi sembravi te. Infine me ne accorsi della mia illusione; restai alquanto amaregiato. Chisa che un giorno o l'altro non mi dovessi fare una improvvisata? Speriamo! Che sodisfazione sarebbe mai quella! Verrà verrà si quel Desiderato giorno che si uniremo nuovamente in Santa pace. Passeremo si nostri Destinati giorni felici. in questo momento uniremo nostri cuori, con vera fede li inalzeremo al Cielo onde voglia degnarsi la Divina Provedenza a concedere si tanta grazia. Ricordami alla Gran Madre M.S.S. fonte delle grazie refuggio dei peccatori unico nostro aiuto e conforto.
Tralascio col augurarti ogni bene e inviarti un caldo bacio al caro Rino che parte dalle labra infuocate del suo genitore che ardentemante Desidera vederlo e Baciarlo.
Di cuore tuo sposo sempre a te vicino
Giulio Cristiani

[nel margine interno]
La mia Paga e` sempre di Due soldi al giorno.

Note:
Lunga lettera di Giulio molto sincera e sentita. In essa esprime con molta semplicità ma anche efficacia tutte le sue preoccupazioni e tutte le sue speranze. Subito dopo la salute le cose di casa, le sue cose, la bicicletta, le rivoltelle, Non si poteva salvare qualcosa, si può ancora? Il suocero è lì a fare il fieno, dunque non può essere così cattiva la situazione, può lui fare qualcosa? Il denaro che manca; ora prende solo dieci centesimi al giorno!
E poi il conforto di avere scritti suoi e di Guglielmo; con delicatezza descrive il suo rapporto con lui e con altrettanta delicatezza si rivolge a lei sapendo di metterla in difficoltà con le sue richieste: di occuparsi dei beni di casa, di andare a trovarlo, di scrivere chiaramente e spesso... Ma intanto c'è da salvarsi la vita. Commovente il racconto del fatto che gli è successo: ha visto una donna con un bambino in braccio, ha creduto che fosse lei.... Da notare con quanta chiarezza, correttezza e  abilità racconti la scena (parte sottolineata da me nel testo), mostrandoci qui un Giulio inaspettato.
Poi la invocazione al Cielo, alla Provvidenza a Maria Santissima...
La paga di Giulio non è che di due soldi! Un soldo erano 5 centesimi, dunque prende 10 centesimi al giorno; per avere una Lira occorrevano 10 giorni!
Infine una nuova enfasi per il bacio consueto a Rino. Chissà se Rino ha mai letto queste parole?