|
|
|
Note:
Lunghissima
lettera di
Giovanni. E' un
amaro e
rassegnato
resoconto di
come stanno le
cose in
famiglia. E'
fuor di dubbio
che sia sincero.
Ha su di sé
tutto il peso
dei problemi
economici
causati dai
debiti
accumulati dalla
famiglia quando
erano tutti
assieme e ora,
coi fratelli di
fatto fuori
gioco, le tre
cognate, ma
anche la sorella
Maria, gli negano
ogni aiuto. Il
rammarico di
Giovanni è
profondo perché,
conti alla mano,
lui sa che se
tutti
collaborassero
si potrebbero
pagare i debiti
e salvare i beni
della famiglia
pesantemente
ipotecati.
Interessante la
descrizione di
come erano
sistemati nella
casa di Arino.
E' stato a Foza,
la casa vecchia
e i prati sono
un disastro,
sconvolti dai
bombardamenti. La
grande casa
nuova invece è
quasi finita. Ma
dov'è? Qual
è?
Sembrerebbe la
casa in piazza a Foza, ma come
può essere che
ci stessero
lavorando? Dice
che in otto
giorni sarebbe
stata finita!
E' per costruire
questa che si
sono
ulteriormente
indebitati?
Le ultime righe
sono toccanti.
Lo sconforto è
tale vedendo le
tristi
prospettive che
gli passa
perfino la
voglia di
parlare.
Come si sarà
sentito Giulio
leggendola? Non
aveva ragione
Giovanni a
chiedere la
collaborazione
di tutti per
risolvere
l'attuale
situazione e
poi, avendo
recuperato tutto
il patrimonio
della famiglia,
solo allora
dividersi? |
|
|
|
|
crono 119
doc. 160918gi]
Carissimo Toni
Dopo la mia ultima lettera non ho più ricevuto tue notizie. Ebbi solo quella che mi scrivesti che sei stato a Sant'Ilaria dalla moglie e poi basta, mi è assai spiaciuto non poterti vedere, perché tutta mia intenzione era di venirti trovare costì causa ormai l'assunto servizio non ho ancora potuto costì recarmi. Certo qui vi resterò non so quanto ma in breve voglio fare ogni possibile mio tentativo a venire costì. Qui da Emo sarei assai vicino ma è impossibile andarvi non ottenendo alcun permesso. ieri l'altro andai a casa da qui a piedi e giuntovi, questa è la seconda volta che ci vado, ma ti dico il vero ritornai dolente nel vedere la nostra casa vecchia ridotta al vuoto interamente, ciò che esisteva è tutto scomparso persino nelle stalle, mancano anche le greppie. vedessi in che misero stato è ridotta, pazienza. i prati peggio ancor le laste delle strade scomparirono, tutto un ammasso di rovine presso la strada cioè sempre delle lastre di pietra d'ambi le parti dei prati.
Ci vuol pazienza cosa vuoi ormai così ci è toccato.
Visitai la casa nuova, eccettuato ciò che entro vi esisteva che non so dirti cosa si troverà, essa è in via di definizione per tutto il lavoro che entro ci mancava, nella sala prima è ridotta a 3 stanze, pure le sale di sopra, otturando qualche finestra, l'ultimo piano sono costruite 6 stanze malte a greggio a fino e biancatura più tutti i divisori pareti ecc. insomma tra otto giorni è interamente stabilita.
[Da qui la grafia si fa più minuta; c'è stata, evidentemente, una interruzione nella sua stesura]
Ier l'altro dovevo spedirti questa mia e invece dovetti recarmi a Bassano avendomi citato il Vettoruzzo per l'affare delle N.M. [?] che appena sarà combinato se il potrò ti riferirò, sembra proprio che sia sotto ogni rapporto una maledizione per noi, mi duole assai sotto ogni rapporto. Vedere anche le vostre mogli che potevano venire ad arino anche loro che ce lo detto due tre volte, si stavano stretti ma non importava in qualche modo ci si sarebbe insignati, e dire che tutti uniti, col buon accordo si avrebbe potuto avere grande economia e con i loro e di tutti i sussidi che ammonta complessiva £ 790 al mese £ 180 ho io di stipendio attuale. e si avrebbe potuto di comune accordo ancor riscattare il nostro avere per una gran parte e al vostro ritorno si avrebbero stati in pieno e perfetto assestamento di interessi di tutti, avere ciò che si aveva, e invece mi duole che il disacordo con le donne ci riproduce un gravissimo danno, cosa poi faremo, come sarà, non lo sò. Io ora debbo il solo sacrificare per tutti, e nulla faccio che straniare il [?]miei piccini, e aggravare cosi sempre più quella posizione ch'io non vedo che il triste avvenire. Ti spiegai altre volte per esteso, e inutile il mio dire. Ho dovuto porre da sola anche la annetta perché il suo bel costume era e lo è di pigliarsi il suo denaro conservarlo consumarlo a suo talento ed io pel primo mese e secondo provvedere e mantenere tutti dunque vedi in che condizioni. Le mie esortazioni non valgono ce lo dissi essa ha 200 Lire al mese e pensa per sè, perché vide che non vuole salvarsi il suo tentare una buon via [?], di riuscirvi [riunirci?] che si poteva far tanto benissimo tutti uniti e ogni dovere. Non valgono i miei consigli. vede bene che ha denari in tasca spende è provvede a suo talento, ed io intanto, debbo sottostare ai doveri senza il più minimo aiuto di nessuno. Così si andrà di male in peggio sotto ogni aspetto. Tante cose avrei a spiegarti e perciò cose che verbalmente si avrebbero potuto chiarire. anche per l'onorabilità della famiglia ripiegare a tutto sarebbe stato il mio più grande desiderio. Vedi per portarti un semplice paragone ove saranno anche andati i nostri guadagni. La Maria è laggiù essa colla piccina sua soltanto le manze le ha vendute, e ha avuto persino il civile coraggio di vendermi anche il letame mio a tanto che fui quì. Vedi che famigerata di sorella. Non sapeva ove andare, dissi se vuoi in saletta [sofitta?] ci stai anche tù, perché io avevo fatto così, una stanza per me una per le vostre spose e il tinello per l'anna, stretti sì ma ci stavamo tutti. Vi è anche Gigio, ma Gigio ha solo la cucinetta del latte e di sopra, dunque quella noi non l'abitavimo. Bene non hanno voluto venire, pazienza. Ma vedi che anche la sorella chi lo sa quanti ne ha pigliati a suo favore. Chi tol di mezzo già più tardi le mie spalle. Lasciamo ogni cosa il tutto ti spiegai per notizia a te. Per quanto al Cielo piacerà vorrà il Signore benedirci e a te a Emo e a Corneo a tutti indistintamente ...[una riga illeggibile]... poter sotrarci [?] da questa fatale posizione. In qualsiasi modo, vi voglio e vi ho sempre tutti amato e lo sarò in avvenire. Sono tardo talvolta a scrivervi, o mi manca il tempo o pur è vero lo sconforto o il triste preludio dell' avvenire mi trae quel dolore che non mi permette più nulla: né dire né fare.
Stammi bene, non più terminerei ma è ora di partenza, baci affettuosi, oggi stesso scriverò anche a Emo. Ieri sono stato ad arino per poche ore, stanno bene, ma colà debbo far fare porte e portone tutto aperto Saluti baci e scrivimi tuo aff fratello
Giovanni
Enego 18-9-916
|
|