Il 20 dicembre 1917 Giovanni da Vicenza scrive a Giulio a Sottomarina
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Note:
A meno che non ci sia stata un'altra lettera che non ci è rimasta non erano passati otto giorni ma ben 13 dalla lunga lettera precedente. Si parla qui di una "SIgnora Luserna"; Giovanni chiama così con un certo disprezzo la cognata Anna, utilizzando il soprannome della famiglia d'origine (Marcolongo "Userno"),  perché è stata lei a vendere la "manza" come vedremo nel successivo scritto di Giulio (n.217).
Ora Giovanni vuole i soldi della manza: è stata nutrita col frutto del suo campo che ora ha affittato per avere un po' di soldi. Vuole ciò che gli spetta, anzi vuole tutte e 350 le lire; se ne ha proprio bisogno Giulio può tenersene 50. E li vuole subito e definitivamente perché lui ha tolto il pane di bocca ai suoi piccini per pagare i debiti di tutti. Ora ne ha assoluta necessità: c'è un motivo, ma non lo dice, forse non può scriverlo, ma è disposto a spiegarlo a Giulio a voce. Che abbia fatto qualche pasticcio col contante delle Poste? Non sappiamo. Quello che però non gli fa onore è il ripetuto tentativo di manipolare il fratello e obbligarlo moralmente ad aiutarlo. Arriva perfino a minacciare che l'aiuto del "Signore" arriverà solo se lui aiuterà Giovanni.
 
Lettera di Giovanni a Giulio del 20 dicembre 17

crono 216

doc. 171220gi


Sulla busta: T.P. Vicenza 20.12.17

Alla R. Guardia Finanza
Cristiani Giulio
Venezia Sottomarina


Vicenza 20-12-917
Caro Fratello.
Da otto giorni ti scrissi una mia e a tutt’oggi non vedo nessuna risposta per quanto sono sicuro che l’hai ricevuta perché ciò mi consta che hai fatto delle comunicazioni alla Signora Luserna che purtroppo è cosa biasimevole il contegno di quella donna che per quanto mi sia allontanato, la bile l’ha insestata nel cuore contro di me e de miei innocenti di casa. Arbitrariamente vendette la manza intascò i denari riferendomi che ebbe autorizzazione da te e dal fratello Emo aggiungendomi che uno di voi scrisse che sia venduta subito la manza prima che il lupo rapace che sono io - venga a venderla e truffarla.
Ad ogni modo lasciamo alla lingua malnatta i suoi sfoghi ed io la lascio nel suo letargico odio, non curandomi più di Lei come non esistesse. In quanto al ricavato meschino della manza in £ 350, che valeva di più assai, mi dichiarò di averle spedite a te e che se voglio il denaro mi rivolga a te con ciò si terminò il discorso. Senti è vero che la hai autorizzata alla vendita? Ciò potevi scrivere a me, io la volevo conservare per tutti e avevo già disposto chi la teneva per nostro conto anche in caso di evacuazione. Ciò avvenuto se tu pure ai confermato ci vuol pazienza peggio per tutti perché i campi senza animali meritano  essere abbandonati come fosse in balìa a se stessi e che farne = o venderli o affittarli tanto che ti avverto il mio l’ho affittato degli altri fatene l’uso che volete, io l’ho fatto precariamente perché nulla è diviso. Torniamo sull’argomento circa la manza venduta. Vedi ch’io ti costo pastura ancor dello scorso anno prima di affittarla ho fuori del denaro estratto dalla bocca dei piccini, ora ti richiedevo se potevi aiutarmi non vidi nessuna risposta. Se ora hai ricevuto il denaro della manza ora almeno credo che non mi negherai di spedirmelo. Certo che questo denaro verrà segnato a discarico di quanto ho io esborsato per tutti per sostenere quanto più potei gli affari di casa. Ed ora in questo critico momento mi urge aiuto nulla voglio di tuo, ma almeno quello che di giustizia, perché non pensando allo stato quò, come avevo disponibili 100 lire le esborsai per nome di tutti, ciò che fu imprudenza anche mia, perché dovevo tenermi una riserva ed ora che mi abbisogna non vi è. Credo non gettare parole inutili, tu sai la numerosa famiglia che tengo e non domando che il risparmi fatto e tolto dalla bocca a miei piccini che ora il bisogno incalza e hanno il diritto di averli. Le imposizioni che avrai avuto di non passarli a me saranno di certo a te pervenute forse immagino, ma con tutto ciò fosse è tuo sacrosanto dovere di coscienza di passarli a me, credo che sei fratello e non mi negherai questo aiuto. Fallo subito sai, mandami a mezzo vaglia qui a Vicenza presso la Direzione. Se fossi privo tieni tu pure 50 Lire = Vedi nessuno di casa è privo come me e mi necessita assolutamente in questo momento che poi anche ti spiegherò il motivo. Fallo subito sai non trascurare la cosa perché ho necessità=
 
[Nel margine]
Seguirà altra mia. Vuoi ricevere dal Signore aiuto fa ciò, perché non è che di pura giustizia e necessità. Sto in attesa ti bacio e saluto sicuro di ciò che ti chiedo.