Il 27 dicembre 1917 Giovanni da Vicenza scrive a Giulio a Sottomarina
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Note:
Giulio non ha mandato soldi a Giovanni e gli ha risposto con una breve cartolina. Forse tra i motivi del rifiuto ha anche addotto il rischio di essere mandato al fronte e di poter lasciare la famiglia senza risorse. Giovanni si offende. Ripete che i soldi del mantenimento della manza gli spettano di diritto. Meglio avrebbe fatto a insistere sulla situazione della famiglia, dei suoi figli affamati e senza scarpe. Forse questo avrebbe toccato il cuore di Giulio. Che esageri o no, il bisogno di denaro è evidente. Purtroppo per lui, Giovanni ha creduto troppo a lungo di poter comportarsi come il capo (famiglia)pretendendo che i fratelli e le cognate s fidassero sulla fiducia. Per questo non ha mai fatto un esauriente resoconto di quanto ha pagato di tasca sua né tenuto documenti che rendessero ragione di queste spese. Ora è troppo tardi. I Fratelli non gli credono, le cognate sono alle prese coi bisogni quotidiani dei loro figli. Giovanni insiste su Verità e Giustizia, ma i suoi discorsi non fanno breccia.
La "Nella" è la moglie di Giovanni; si chiama Giovanna Carpanedo, Giovannella, Nella. 
 
Lettera di Giovanni a Giulio del 20 dicembre 17

crono 218

doc.  171227gi

Vicenza 27-12-917
Caro Fratello
io immaginava che così va la questione, con una secca cartolina fui pagato. Ho così trattato con te? Non ti ho spedito denari io a Fasano? e non di quelli di tutti, dei miei guadagnati col mio sacrificio. Ora ti ho chiesto il denaro del mantenimento della manza il quale fu estratto da bocca de' miei piccini, essi son nudi senza scarpe in piedi, ho speso 200 lire di pastura sacrificando moglie e Figli, a un vivere a stento per risparmiare e per fare il galantuomo e pagare i debiti fatti da tutti onde salvare il tutto di eredità paterna. In compenso sono così corrisposto. Ho inteso tutto e vi ho pesato tutti quanti siete. Intanto onde a venire a definizione della questione ti invitto a giro di posta restituirmi le 200 lire, di mia spettanza, sangue de miei piccini, se vuoi lavorare con giustizia, non lo vuoi fare, grideranno vendetta i miei piccini, non solo ciò, ma tale affronto e son tutta la linea mi costringerà a provvedere in altro modo, con atto notarile cui voglio rimborsare tutto il sangue mio esborsato a tutt'oggi. Ingrata famiglia, rimettermi a queste condizioni. Cui ho lavorato con la coscienza più che da padre. Non ti domando il denaro per accumulare, lo domando per vestire i miei piccoli e sfamarli hai inteso? è denaro suo, il di più del ricavato è di tutti ma la pastura è denaro dei piccoli. Pensaci due volte, e pensa che vi ho sempre voluto bene e per voi ho sacrificato me stesso. Sto in attesa, e se non fosse ciò giusto e non avessi bisogno, sta certo che non ti chiederei niente. Siamo intesi, e sto in attesa subito del vaglia al solito indirizzo Direzione Poste Vicenza. Ora a parte la questione degli interessi perché la verità e giustizia sarà riscontrata a vostro ritorno. Vedi che desidero tue notizie ogni dì magari, 4 volte ho scritto a Emo e nulla vidi, perché non vuoi neppure te darmi notizie di lui, Corneo è a Bassano sta bene. Termino fammi il piacere di cui sopra, scusa se così ti scrivo perché ti dico, e te lo giuro di pura verità,
[da qui nei margini]
ho lavorato e lavoro con pura giustizia, perché se così non avessi fatto mi troverei a migliori condizioni ma ho piacere di aver fatto sempre il possibile pel bene di tutti=
Vedi non mancare sai perché il bisogno è tale per caso dovessi allontanare i piccoli in tal caso che ne sarebbe senza mezzi, pensaci 2 volte e ti prego nel nome della giustizia e della pura verità. Attendo subito
Stammi bene non pensare come scrivi perché è certo resterai sempre nel Corpo che sei.
Conosco quanto siete tutti in inganno ma la giustizia è verità è una sola che verrà a galla a suo tempo. Salutandoti ed in attesa tuo Giovanni.
Saluti dalla Nella e piccoli.