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Note:
Giovanni torna a
scrivere
un'altra lunga
lettera in
risposta ad una
del fratello
minore. A
differenza di
Emo, Giulio non
ha rotto i
rapporti con
Giovanni e cerca
di tenere una
posizione di
equilibrio che
renda possibile
in famiglia una
soluzione
pacifica.
Giovanni gli
racconta cosa
gli è successo
quando è andato
a prendere ad
Arino le cose
che aveva
lasciato e che
gli servivano a
Vicenza per i
figli. Emo e la
"Signora Luserna"
lo hanno
aggredito
accusandolo di
ogni cosa.
Giovanni
sembrerebbe
ritenere Angela
quella più
cattiva con lui.
Dunque con
con Emo non si
può ragionare,
con Giulio sì e
così è a lui che
promette un
resoconto
completo delle
spese che ha
sostenuto per la
famiglia. Glielo
darà la prima
volta che si
vedranno perché
per iscritto è
difficile anche
per lui essere
chiaro. Salta
fuori la
questione di
Bortolo che pure
viveva ad Arino ma
che nessuno
considerava.
data la sua
infermità
mentale.
E' sparita anche
la sua quota di
eredità: 3000
lire; sono state
spese per la
famiglia e
quindi ora tutti
i fratelli
devono
risarcirlo, come
ha fatto
Giovanni che gli
ha dato 50 kg di
frumentone,
mezza "tera" e
il diritto di
alloggio ad
Arino. Il povero
Bortolo sembra
sia in prigione:
cosa avrà
combinato?
Il foglietto
allegato,
trovato in un
secondo momento
è molto
probabile che
sia proprio
stato aggiunto
da Giovanni a
conclusione di
questa lettera.
E' pieno di
devozione e
spirito
religioso. Anche
questo, forse
gli ha inimicato
il favore di
qualcuno della
famiglia.
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crono 234
doc. 180228gi
Vicenza 28-2-918
Caro Fratello
Sempre in attesa di tua venuta, ma inutile a tutt'oggi, ricevetti da qualche giorno tuo scritto, con piacere intesi di tua buona salute. Da 15 giorni andai ad Arino per prendermi quel po di robba tanto per non vedere a patire i miei piccolo dormire per terra. Vi andai, fui accettato peggio di un cane. Trovai il fratello Emo che non appena scambiato un saluto, si sviluppò verso i me ogni causa sulla nostra situazione non ho nulla a lagnarmi del fratello perché non si può ragionare. Son le solite di quella donna disgraziata che tiene con me e co miei inermi bambini quel veleno più volte manifestato. Quanto meglio sarebbe avesse tenuto sempre la lingua con sé per l'onore di tutti. Vollero per più biasimo come fu fatto a mio carico farmi invitare da avvocati pel ritorno del mandato generale, come non esitai di farlo, così senza alcuna spesa si poteva fare bastante in foglio semplice, no si è voluto procedere come fossi un furfante di mia casa. Il resoconto su nostri interessi farò a te un prospetto al primo vedersi, perché mancami i dati sulla spesa locale costruito. Così su ciò siamo spiegati. Tu devi non far fallo qui venire, per intenderci bene perché con scritti non si si capirà mai. Avvertoti che più che altre invettive cè anche quella del fratello Bortolo che ora mi si riferisce essere in prigione, di lui si pubblicò che gli ho mangiate le 3 mila lire sappi che queste sono inserite nel testamento del povero Papà e in parti eguali chi lo mantiene è obbligo di restituirgele= poi Emo e la signora Luserna dichiaravano non volerlo in casa perché non ha diritti Di ciò ti avverto che per tutta la durata della guerra il diritto mio della casa sarà a suo favore= di più cederò a lui metà di una tera una tera la riserbo per me e la metà di altra sarà per lui= più loro non si hanno dato un grano di frumentone= facciano come me ch'io alla partenza ne cedetti 1/2 quintale= su ciò e del tutto cedo i miei diritti a lui di abitazione. Restiamo così intesi= ha diritto di vivere pur lui e non essere scacciato se è fratello mio è pure fratello vostro, siamo intesi. Io qui vivo stentatamente appena con tutto il lavoro che fo e quel po di sussidio. Ti pregavo insistentemente di mandarmi i denari spesi pel mantenimento della manza perché ho i piccoli nudi e scalzi, e più nulla vidi. Chi mantenne la manza? Chi spese il denaro, col sussidio de miei piccini che ora l'hanno di diritto per coprirsi?
[In foglio separato senza data aggiunto in seguito codificato: NODAT1_GioGiu]]
Lo stato quò delle cose pur troppo serpeggia nella famiglia quell'odio quel veleno che con tanta pazienza sopportata cercai di sradicare, ma nulla valse. Sappi che infine dei conti ho la mia coscienza più che tranquilla, si che nel mondo ne in casa ne altrove non c'è più giustizia, ed io ti ripeto d'inanzi al Buon Dio nulla ho da rimproverarmi se non che fui troppo fidente nell'avvenire e più che altro per molteplici ragioni dello stato pure attuale portò gravi disesti. Il tutto si potrà anche rimediare= Ora intanto bisogna anche rivolgere lo sguardo al Cielo invocare aiuto dal Signore e da Maria S.S. perché pur è vero i gravi pericoli che ci circondano sono infiniti. Vi ricordo pur voi tutti, non porto collera con nessuno, e a Monte Berico cui ci vo spesso coi piccini, una prece per voi non manca. Quante volte mi trovai assiderato e sia per molteplici cause e sia pei pericoli Grazie al Cielo siamo incolumi. Solo mi duole, privo di vostre notizie e se ove lo credi non solo te ma tutti scrivetemi scrivetemi. Preghiamo preghiamo e preghiamo
Tuo Giovanni
[nel margine, a matita]
scrivi sai e vieni
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