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Note:
E dunque Bepi è
morto. Giulio
era a
Cittadella, in
licenza dal
giorno 23,
quando il
suocero è morto:
ha fatto in
tempo a vederlo
e a salutarlo,
come tanto tutti
e due
desideravano.
Chissà che
malattia aveva
Bepi, che aveva
solo 70 anni e
solo sei mesi
prima era andato
da Borso a Foza
e ritorno in una
sola giornata.
Non ci sono
rimaste le
parole di Giulio
in questa
circostanza, ma
possiamo pensare
che non
sarebbero state
molto diverse da
quelle del
fratello. Ma
essere stato
vicino alla
famiglia in
questa
circostanza deve
aver reso meno
amara a Giulio
questa perdita. Emo una volta
tanto si dice
avvilito,
scoraggiato,
stanco...
vorrebbe esserci
anche lui, a
casa. Chiede al
fratello di fare
il possibile per
fargli avere un
permesso; non ci
risulta che ci
sia riuscito.
Aggrava il suo
stato d'animo
essere il giorno
prima della
Pasqua, un'altra
passata lontano
da casa.
Il "Comisario
Granddotto" è il
bisnonno
Aurelio, padre
di Ernesto. Che
compiti avesse
in quanto
Commissario è
da scoprire.
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crono 240
doc. 30.3.18 n. e30
Mio caro Fratello
Dal Fronte 30 - Marzo 1918
Repentina mi giunse ieri la triste notizia della morte del nostro amato Suocero cosa che giammai m'immaginavo, tutto avrei creduto ma questa poi di dover subire una sì triste e dolorosa nuova che mi trae nel profondo, dell'amarezza, tantevero che da diversi giorni che mi sento così irrechieto avvilito e sconfortato e più volte ne parlai ai compagni che a casa mi deve essere successo cualche brutissima avventura.
Benché molto lontano da voi mi trovi ma lo stesso, il sangue vuole sua parte, io è parecchio tempo che vivo d'una vita così amara e dolorosa che mi pare cosa impossibile potter resistere, cuando penso alla desolazione al lutto che ci sarà in nostra casa, ed io esser così lontano da voi che non posso portarvi cuella parola di conforto e di sollievo che tanto vi abbisogna per me è un continuo dolore che mi getta in una costernazione di un profondo avvelimento, sempre innalzo la mia mente a Dio e Maria S.S. che mi dia grazia di poter superare ogni periglio ma le disaventure che ci bersaglia son troppe ormai ti dico la verità mi sento capace non più resistere.
Già m'imagino che avrai fatto pratiche dal Sig. Maresciallo dei C C R R onde possa ottenere qualche giorno di licenza che possiamo a metter posto ogni nostro affare, viceversa prega anche il Sig. Comissario Granddotto che sia anche lui cortese col prestarci, perché come ben lo sai anche per altri affari e più con la perdita del suocero, se potrò come di nuovo ti ripeto ottenere cualche giorno potremo i nostri intrecciati affari a meter a posto.
Caldamente ti raccomando guardi bene fare il possibile di essere di conforto alle nostre buone Spose e la Suocera a dagli coraggio e digli pure che in questa tremenda valle di lagrime pur troppo malgrado la nostra volontà d'obbiamo rassegnarci, il Signore vuole così e sia fatta la sua volontà.
Nuovamente ti raccomando ciò che prima ti accennai.
Sei anche tu sventurato povero Fratello con la licenza pazienza sempre speriamo il premio averlo da Dio che è l'unico giusto e col più grande cordoglio ti baccia tuo aff.tto F. Guglielmo.
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