Il 10 maggio 1918 Giulio da Sottomarina scrive al Sig. Fano a Cittadella
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Domanda di Giulio del 10 maggio 18 

crono 252

doc. 10.5.18

Egregio Signor Fano

Le famiglie Profughe Martini, in Cristiani, Maria e Angela deve ancora percepire il il sossidio, come di nostra inteligenza, appena gli veniva la sovenzione di suo avere glieli doveva spedire a Dolo, in Arino lei stesso, mentre mi disse che fino a tutto oggi nulla videro, anzi mi agiungeva che furono invitate a codesto Ufficio. veda lei se può farcili avere dove risiedono atualmente come gli dissi verbalmente se vi e spese siamo sempre pronti a comparire e anche per sue competenze non dubiti solo un cenno verrà ricompensato.
Caldamente la pregherei di volersi interessare trattasi di povere donne incapaci viaggiare stante ora le regolarità esigenti che lei bene e a conoscenza.
Anticipatamente la ringrazio
d.mo Cristiani Giulio
R.a Guardia di Finanza
Venezia Sottomarina
In attesa di suoi p.mi scritti anche per sua ricompenza.

Note:
Questo scritto deve essere la brutta copia della domanda che Giulio invia al "Profugo" per ottenere che Maria e Angela ricevano il sussidio ad Arino. Il Signor Fano probabilmente è l'addetto all'Ufficio al quale sembra che Giulio già si sia rivolto di persona durante la sua licenza. Giulio cerca di usare quello che gli sembra il linguaggio più appropriato, in realtà, scrive una richiesta sgrammaticata e poco chiara.
Quello che turba è che uno che da tre anni sta servendo la Patria in guerra, che ha perso casa e proprietà, che ha la famiglia profuga e senza risorse, costretta a spostarsi con l'avvicinarsi del Fronte, pensi di dover pagare per avere ciò che gli spetta di diritto.