Il 23 agosto 1918 Guglielmo da Bergamo scrive a Giulio a Venezia
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Note:
Di nuovo Emo racconta dei bei momenti si Arino e siccome Giulio preveder di tornare a casa di nuovo in permesso in settembre lo immagina di nuovo assediato dai molti bambini. Torna fuori la questione del fratello Bortolo; la suocera si è lamentata, vorrebbe liberarsene, ma Emo non ci sta, è pur sempre suo fratello e ha anche lui dei diritti sulla campagna di Arino. Sicché la suocera è da compatire e lasciarla dire, tanto decidono loro. Guglielmo sa che anche Giulio la pensa come lui. E a proposito di fratelli Giovanni torna alla carica, spera di ottenere un po' di soldi dalla vendita dell'uva. E' capitato ad Arino mentre c'erano i due fratelli ed è stato ben accolto tanto da ringraziare vivamente deve aver cenato in pace assieme quella "famosa sera dell'anitra". A Giovanni, però, non spetta niente; con la cognata Anna (la Luserna) hanno calcolato di aver speso 1000 lire e dunque è inutile che vada da Giulio a Venezia a batter cassa... Certo che Emo ad ogni passo sembra aumentare la sua acrimonia contro il fratello Giovanni ...
Non sappiamo chi sia il Tenente Minari che è stato citato anche in una lettera di Giulio (n. 277).
Lettera di Guglielmo del 23 agosto 18 

crono 282

doc. 23.08.18



Bergamo 23 - 8 - 18
Caro Fratello,
Ieri mi giunse gradita una tua cartolina, intesi di tua buona salute pure grazia a Iddio lo stesso è di me, con piacere sentii anche che il mese venturo andrai in famiglia molto bene ma guardati bene già che abbiamo avuto la fortuna l'altra volta cuando eravamo a casa assieme che siamo rimasti illesi dalla turba, sai ti deve essere un gran colpo al momento d'ellarivo perché già m'immagino rimarai completamente blocato cosa vuoi poveri bambini anche loro ci attendono, ma sempre vana è anche la sua lusinga, ancora riccordo con piacere le care giornate passate
sai che l'ultimo giorno che restai a casa mi sono così instizzito con la suocera che cuasi venivo via senza salutar nessuno perché ha cominciato la sua solita polemica del Bortolo ma proprio le ultime ore col dicendo che noi altri non siamo in obbligo, cuesto ben è vero e non occorre venga dirmelo essa ma poi visto che è degna di compatimento ho lasciato andare ogni cosa è molto meglio lasciare che dicano lasciamo andare pur noi cueste son cose che ci porta poco disesto.
Sappi ch'io da giorni ricevetti lettera dal fratello con mille ringraziamenti della buona acoglienza che abbiamo fatto cuella famosa sera dell'anitra ma ora sono venuto a conoscenza il scopo del suo viaggio mi disse che del raccolto dell'uva non abbiamo parlato che dice dobbiamo venderla e come fare poi mi sogiunse che con un apposito permesso verrà a Venezia da te per vedere come si potrà fare, e non si vergogna nemmeno dopo tutte le spese ed i lavori di nostre povere donne, Sai ben come abbiamo fatto conti con la Luserna ci sono circa 1000 lire di spese evvero? Dunque vedi bene se non hanno un po' d'uva per conto grano pocho fanno non te ne pare? Io per mio conto non ci do niente cosa ci ha dato lui l'anno scorso, dopo tante cuestioni, basta Ora lasciamo scrivimi anche tu in proposito. Caramente ti baccia tuo Fratello Guglielmo.
[Nei margini]
Quando vai a casa bacciami i bimbi. Di nuovo tuo Emo.
Sappi che il tenente Minari e all'hospitale di Modena agravato gravemente ... [?] e di nuovo tuo Emo