Il 12 giugno 1916 Guglielmo che si trova al fronte scrive a Giulio ad Erbezzo
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Note:
La lettera viene datata 12 giugno e non maggio come scrive Guglielmo in quanto a maggio le famiglie erano a Foza e non già profughe; del resto questo conferma il timbro postale sulla busta.
Commovente l'inizio di questa lunga lettera di Guglielmo; si legge proprio il sollievo per aver buone notizie del fratello e l'affetto sincero che nutre per lui.
Centrale anche qui la necessità di avere notizie e contatti con le famiglie. Nella questione con Giovanni Emo è già decisamente dalla parte delle cognate, alle quali crede ciecamente, e definisce "fingardo" il fratello. Probabilmente è Angela che ha dipinto le cose in quel modo, mentre dalla lettera della cognata Anna Giulio conoscerà un'altra versione. Le sorelle-cognate hanno voluto loro non andare con Giovanni ad Arino e non erano in mezzo ad una strada, ma coi loro genitori in un paese vicino. 
Bella comunque la fiducia nel futuro sostenuta dalla convinzione di essere, insieme, più forti di qualunque difficoltà.
Anche per Cornelio traspare preoccupazione dato che lo ritenevano meno pronto ad affrontare difficoltà e a prendere iniziative.
Lettera di Guglielmo del 12 giugno 16

crono 70

doc. 12.5.16 n.e9

Sulla busta:

Al Soldato
Cristiani Giulio
Conducente Presso Comando Genio
Erbezzo (Verona)
Zona di Guerra

T.p Ufficio posta militare 13.6.16

Sul retro:
Spedisse il Soldato Cristiani Guglielmo
Della 262 Comp. Alpini Batt ValBrenta Zona di Guerra
Al Fratello
Cristiani Guglielmo

Mio adorato Fratello
Dal Fronte 12 Maggio 1916
Finalmente dopo tanto che son privo di tue care notizie proprio oggi col cuore trabballante di gioia ebbi la bella sorte ricevere un tuo da me tanto grato e caro scritto, non puoi immaginarti mio buon fratello quanto mi elevai e cuanto mi rallegrai e proprio quest'oggi mi chiamai fortunato nel nel ricevere notizie del mio amato fratello Giulio unico mio conforto nella crisi più tremenda della mia vita. Si mio, caro Fratello, col cuore addolorato ed afflitto, non sai perché mi trovo di fronte al nemico eppure in pericolo di vita per cuesto niente m'importa quello che più mi sta a cuore e l'abbandono e l'essere dimenticato da cuei cari che tanto amo però sempre ti dico che ne a te ne alle nostre adorate famiglie la colpa non vostra, e lo svolgersi degli avvenimenti che non ricevo mai vostre care notizie. Col cuore spiacente devo farti noto la triste sorte delle nostre sventurate famiglie. Sappi che la lorda coscienza del fratello Giovanni ha avuto l'ardire di lasciare i poveri e teneri nostri figli in una strada proprio li hanno lasciati nella squallida miseria, da otto giorni ho ricevuto una lettera a mano che è andato a casa un nostro paesano, ed era proprio il giorno che il paese ha ricevuto l'ordine di sgombrare anzi le nostre mogli e figli erano già a Valstagna assieme di sua mamma che aspettavano l'ordine di partire, il fingardo fratello Giovanni a venduto tutto ciò che ha potuto far denaro e poi se ne partito per Dolo a conducendo seco la famiglia di Cornelio, e le nostre famiglie le hanno lasciate in ballia da se stesse dunque vedi bene in che condizioni dopo cuesti chiari di luna
Pur tuttavia ci vuol coraggio come io per il passato ti ho sempre esortato di avere coraggio e mai perdersi che tutto si può superare. il piu che mi spiace e di non sapere ove ora si trovano le nostre spose.
Il più che a noi dobbiamo rallegrarci e cuello che loro hanno l'appoggio dei suoi genitori. Infinitamente te ne ringrazio che mi hai offerto se mi occore denaro io te ne ringrazio ma non ho bisogno e più ti aggiungo che in tasca tengo cualche cosa ed appena potrò avere il suo indirizzo ce li manderò e ti esorto anche tu se hai qualche cosa aiutagli poverini benché tu non avrai bisogno di cuesto consigli. Io mi trovo abbastanza benino faccio il servizio della posta per compagnia. Sempre colla speranza in cuel Dio che creò e sempre inalzo le povere mi preci fino a tanto si compiaccia a darci la sua santa benedizione.
Dal Fratello Cornelio non hai mai ricevuto nessuna notizia ho sentito per bocca qui dei compagni che è partito per Verona ma sempre come conducente. Si vede proprio che anche quello conserva un po di ruggine con noi ma per cuesto poco m'impensierisco. Coraggio Fratello mio che tutto ha fine e se il Signore ci darà la grazia torneremo e ricomporemo le nostre povere famigliole ormai sono tanto abbituato a soffrire ogni sorta di patimenti che se avremo la bella sorte di tornare a casa nulla mi parà impossibile.
Mi farai grato favore scrivermi di sovvente e veddrai che cualcuna potrò riceverla così pure io non mai ti dimentico te e le nostre care famiglie coprite il primo posto nel mio cuore sempre vi ricordo e sempre vi sogno e vi seguo col pensiero di continuo e non passa giorno che il mio cuore non batta per voi. Augurandoti che Maria S.S. sia benigna colla sua benedizione e sopra tutto ti raccomando di stare allegro e contento e veddrai che avremo ancora un buon avvenire che ci attende. Caramente ti baccia tuo inseparabile Fratello
Guglielmo
Ciao Toni Scrivimi e riccordami sempre di nuovo tuo Emo