Il 10 luglio 1916 Guglielmo che si trova al fronte scrive a Giulio ad Erbezzo
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Note:
Dunque Emo adesso è in trincea "sulle più alte vette del Trentino ora italiane". Il Battaglione Valbrenta operava tra Cima Ravetta e Monte Cima sui Lagorai. Rassicura il fratello che non "si espone al pericolo", ma quanto dipende da lui?
In ogni modo la lettera parla soprattutto di Giovanni e ancora contro Giovanni riferendo quello che ha sentito da sua moglie Angela. Ma sembra che poco gli importi, gli basta la solidarietà di Giulio. Guglielmo è sincero e si prefigura veramente una vita condotta in piena armonia e collaborazione tra le loro due famiglie oppure drammatizza le cose con Giulio per avere un alleato contro il fratello maggiore?
Sembra di scorgere anche un po' di gelosia: a lui Giovanni ha scritto solo una "cartolina seca seca" mentre a Giulio lo vuol andare a trovare... Non sarà per affetto, ma per estorcere a Giulio qualcosa, dice.
 Lettera di Guglielmo del 10 luglio 16

crono 87

doc. 10.7.16 n.e10

Mio caro Fratello
Dal Fronte 10.7.1916
Da giorni ricevetti tua cara lettera con piacere intesi che tua salute buona come pure lo è di me, ieri ricevetti lettera anche da mia moglie e mi disse che ha ricevuto tuo indirizzo col mezzo mio e subito mi disse che ti ha scritto che a quest'ora io dico che avrai ricevuto anche tu che già m'immagino sarai molto desideroso avere sue nuove, a me mi disse tutti bene e mi disse che colà fa molto caldo e che i nostri amati bambini sono sempre semi vestiti poverini quanto desidererei vederli
Come intesi dalla tua ultima che il Giovanni ha intenzione a venirti trovare certo è che quello è un segno che cualche intenzione ha o che viene per firme o che viene per danaro ad ogni modo a me non si è mai offerto venirmi trovare neppure scrivermi mi scrisse da quindici giorni una cartolina illustrata seca seca mi disse tutto perduto e che Dio ci salvi e altro non sono statto capace capire dunque vedi bene che razza di consolazione, basta lui non ha risposto alle nostre spose che lui e padreeterno dunque ha tutto il fatto nostro sulle mani pensa pure anche ai doveri non ti pare? A noi quando ci resta la casa a noi ci basta veddrai mio buon fratello che con la nostra assiduità di lavoro e industria veddrai che vivremo molto meglio di cuello si crede non ti pare Toni? Basta che avremo la grazia di tornare a casa sani e salvi ed è per cuesto che non bisogna mai stancharci d'innalzare le più vervide preci alla B. Vergine che sempre ci accompagni col suo aiuto e ci acconpagni col suo occhio benigno. E speriamo  non lontano sia cuel giorno in qui avrà termine cueste cose perché ormai sarei tanto desideroso vederti e con te parlare perché ormai e 16 mesi che non si vediamo più e il più che soffriamo e perché noi si amiamo da veri Fratelli, vedi bene anche Cornelio non mai darmi un suo cenno. Ti dirò anche della mia pocha fortuna perché adesso devo fare servizio alla compagnia in trincea motivo che il battaglione adesso e tutto unito e basta un portalettere soldato dunque hanno tenuto il più anziano basta ci vuol pazienza fino adesso sono statto sempre fortunato e tu mio caro Fratello mi aiuterai col innalzare te e unire le tue alle mie preci finché otteremo il nostro desiderato scopo, ma coraggio c'è no molto ma però non sono micha imprudente col espormi al pericolo sempre il mio dovere. E dalle più alte vette del Trentino ora Italiane ti mando i fervidi e cordiai saluti e con tutto affetto ti baccia e abbraccia il tuo Amato
Fratello Guglielmo.