Il 27 settembre 1917 Giovanni da Vicenza scrive a Giulio a Sottomarina
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Note:
Anche in questa lettera Giovanni, che pure è quello che meglio padroneggia la lingua italiana,  non ci fa capire cosa abbia provocato la pesante situazione economica della famiglia e nemmeno quale sia la soluzione che ha organizzato. Del resto i fatti dovevano essere ben noti ai fratelli e dovevano capire anche a chi si riferisse parlando di "maligne persone" ed "orecchie nemiche", espressione questa che in guerra serviva per indicare le spie. Il locale potrebbe essere l'albergo Munari che la famiglia aveva affittato sperando di ottenerne profitto, oppure il nuovo albergo che stavano costruendo. Qualcuno (ma chi?) aveva fatto di tutto per strapparlo alla famiglia ed ora con la cessione del risarcimento per i danni di guerra si sarebbe potuto salvare. Bisogna fare in fretta e dividere la spesa dell'atto: 350 lire. Ma perché si deve dividere in tre e non in quattro? Come mai Cornelio non deve dare la sua parte?
Si sarà poi fatto questo contratto? Giulio sarà andato? Giulio ed Emo avranno dato la loro parte di soldi? E chi sono e quale ruolo avevano le due persone citate come mutuanti: Alberti e Spena? Erano i garanti? Non lo sapremo mai.
Lettera di Giovanni a Giulio del 27 settembre 17

crono 193

doc.170927gi

Vicenza 27-9-917
Carissimo Fratello
Scusami del mio ritardo causato da 12 ore di servizio giornaliero, ho buon vantaggio ma è pesante. Ho ricevuto tua cartolina, intesi tua nuova dimora sta bene, io difficilmente potrò costì venire perciò ti scrivo la presente.
Sappi che ho definitivamente combinato con le parti circa i nostri affari specie coi due mutuanti la fiera calunnia gettata da maligne persone che pure se non lo sei a conoscenza lo devi immaginare, che avrebbe provocato e fatto ogni sforzo per ottenere l'intento per carpirmi il locale, ho scritto per esteso tutto anche a Emo, ora lasciamo ogni cosa e veniamo a noi. Grazie al cielo ho tutto scongiurato e si può dire tutto salvato, ma per ottenere ciò bisogna subito e non più tardi del 20 ottobre fare un atto di cessione circa i danni che ci verrà stabilito dei nostri beni, eccettuato bene inteso quelli di ognuna delle nostre stanze cioè della roba e beni della nota cumulativa di tutti che ammonterebbe ad una 90a di mila lire, questa cederla ai due mutuanti con legale contratto. Quello che è più serio perché la spesa è gravosa ascende a £ 350 circa, ed io senza il vostro aiuto non lo posso fare, quindi ti prego vivamente di ciò facciamo tre divisioni, come scrissi a Emo, e ci tocherà 120 lire ciascuno, ma ti prego non mancare è del massimo interesse non parlare con alcuno che non vadi a nemiche orecchie, perché ciò fatto siamo salvati del tutto poi quello che resterà ci faremo fronte in altro modo, urge tua adesione e immancabile aiuto. Vuoi presenziare all'atto ti scriverò il giorno e chiederai speciale permesso che si farà qui a Vicenza. A parte ogni cosa ora così bisogna fare non badare a nulla ora che al solo mio consiglio che un'altro momento mi ringrazierai e sarete contenti. Procurati il denaro senz'altro non fare chiacchere e vedi che bisogna che mi ascolti.
[da qui continua nei margini]
Siamo intesi io sarei a casa il I^ ottobre meglio venissi ad arino chiedi speciale permesso.
Ad ogni modo scrivi subito o vieni con altra mia scriverò più esteso, sono ore 12 di notte e vo a letto.
Tuo Giovanni non mancare.
Raccomandoti non accettare più insinuazioni da chiunque sia tutti i dissidi le questioni sono state procurate per vedere la nostra divisione e poter carpirci il locale, ora il mezzo è propizio sono d'accordo coll' alberti e con il spena (?) e tutti e due ...vistano (?) come sono le cose.
Alberti scongiurò tutto e si oppose e l'altro lo stesso accettò mia proposta, spero coll'aiuto del Signore di poter salvare tutto. Confida sta certo per quanto ti dico e non mancare ti prego, tuo Giovanni
Ascoltami sai, che altro momento mi ringrazierete tutti.