II 25 ottobre 1917 Giulio da Sottomarina scrive a Maria ad Arino
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Lettera di Giulio del 24 ottobre 1917  Note:
Giulio è seccato di aver ricevuto le minacce di Giovanni e gli dispiace delle scenate che sono state fatte ad Arino. Definisce Il comportamento delle sorelle-cognate, ma anche di Giovanni, delle "Imbroglierie"  e "porcherie". Certamente lui avrebbe fatto diversamente, evitando lo scontro col fratello. E' convinto che si possa sistemare tutto civilmente e si propone di risolvere definitivamente la questione alla sua prossima licenza. Diverso è il tono delle precedenti sue due lettere dove si diceva  ben deciso a procedere per legge. Ora è più conciliante, forse grato a Giovanni per averlo aiutato per il prossimo avvicinamento.
Giulio sembra fiducioso e tranquillo; non è turbato delle minacce di Giovanni; gli importa di più di avvicinarsi alla famiglia e di vedere Maria. Si permette perfino dell'ironia con quel "bene, bene, mi piace così" riferito ai "desonori" che Maria gli ha procurato, ma la ha già perdonata...

crono 209

doc. 25.10.17 n.17

Sulla busta:
tp: 27.10.17 Venezia Sottomarina
Dolo

Alla Signora
Cristiani Maria Martini
Dolo Arino Venezia
sul retro:
tp: 27.10.17 Venezia Sottomarina
Mitente Cristiani Giulio
R G Finanza
Sottomarina Venezia

 
Sottomarina li 25.10.917
Anche oggi ho ricevuto una raccomandata dal Giovanni minacciandomi che se non gli restituirai la meta del grano turco cioè di cinque quintali ti darà querela per averti impossesato arbitrariamente del sudetto, ma Dimmi un pò cosa combinate io non so capire che imbroglierie avete fatto sicche lui ha i Denari dell'uva e voialtre il grano ha ... mio Dio che Porcherie gli risposi subito a lui e ciò detto che se la sua sua coscienza lo permettera che proceda pure per tali Diferenze. Spiacentissimo n'è sono di sentire cosi lui insiste che chieda permesso per un'abocamento per combinare nostri affari di famiglia. io cio detto che di ciò deve informare anche gli altri fratelli Già io immagino di cosa si tratta, l'appresente la farai leggere anche all'Anna con la massima segretezza, e il grano gli dirai cosi che cé lo restituete quando saremo acasa uno di noi mai Dire che abiamo noi Disposto cosi in modo che noi altri in questo caso non sapiamo nulla mai, sapete, Dire di noi n è in bene n'è in male, con la speranza che verra anche il momento della licenza speranzoso di non usufruirla inutilmente, voglio farla finita una volta per sempre.
Mi ha detto che ora si trova a casa Cornelio, e vero?
Sappi che in breve sarò cambiato per Venezia, forse coi primi del mese, allora li verrai, verrai, no...?
Se vuoi venire quì poi Possiamo partire a sieme Però non ti insisto su ciò fa come meglio credi Però se vieni scrivimi prima o telegrafa e dimmi il giorno Preciso che vieni che verro alla Banchina di Chioggia a incontrarti, tanto che ti raccomando non fare desonori invece tutti in compagnia e avete fatto di quelle scene
bene, bene, mi piace così. in'ogni modo Iddio ci aiuterà.
Caramente ti Baccia tuo Giulio, Baccioni a Rino. Saluti alla cognata Anna, Sorella
Giulio.